La Porta Magica è un open space che si trova a Sesto San Giovanni (Milano) in via Maestri del Lavoro, presso Spazio Arte “Libero Biagi”. L’allestimento dell’arredo è stato pensato e progettato per soddisfare le specifiche esigenze dei servizi e attività proposte per il Centro.
La polivalenza, la flessibilità, la facilità di trasformare gli ambienti, senza rinunciare al senso educativo e a una chiara suddivisione degli spazi, ha condotto il progetto di allestimento degli arredi.
Nel progetto 0-3 gli spazi sono stati suddivisi in modo da creare degli angoli fissi ma modificabili in funzione delle attività svolte di giorno in giorno:
l’angolo morbido che accoglie la gestione dei rituali giornalieri (il saluto con il gioco delle presenze, le canzoni, la lettura del libro e il saluto di congedo), ma che può diventare parte integrante di un percorso motorio in cui fare salti e capriole.
L’angolo del relax in cui i bambini posso dedicarsi all’esplorazione dei libri in autonomia, ma che al bisogno si trasforma nell’angolo della nanna per i più piccoli o nell’angolo delle coccole.
L’angolo del gioco simbolico in cui giocare “a far finta di…”: cucinare, dare la pappa alle bambole, fare come al supermercato, dal dottore o dal meccanico. Ad arricchire il gioco e la narrazione sono sempre a disposizione dei bambini i travestimenti: cappelli, scarpe, borse e accessori con i quali ci si trasforma nel vigile, nel papà che va a fare la spesa o nella mamma che va al lavoro “e poi torna”.
La tana, un luogo un po’ nascosto in cui sperimentare l’emozione di non essere visti, di stare in un luogo contenuto e per pochi che si trasforma e può diventare la porta che permette di accedere allo spazio magico in cui dedicarsi al gioco euristico e di scoperta, ma anche al momento del massaggio e della scoperta corporea;
L’angolo dei tavolini resta fisso per accogliere il momento della merenda e delle attività quali la manipolazione, l’incastro, gli infili, il disegno al tavolino.
Una staccionata di legno con una porta a misura di bambino divide lo spazio dell’accoglienza e del cambio dallo spazio di gioco. I bambini e i genitori in questo modo possono salutarsi prendendosi tutto il tempo necessario per darsi appuntamento al termine delle attività, ma anche sentirsi già dentro la routine e il gioco, insieme. I bimbi si vedono, si riconoscono e si accolgono, così come imparano a riconoscere gli adulti di riferimento degli amici, favorendo la nascita di un clima familiare.
Per le attività soprattutto pomeridiane e serali, in cui risulta necessario avere il più ampio spazio possibile, la flessibilità degli arredi consente di liberare velocemente lo spazio: gli angoli morbidi, composti da cuscinoni e tappeti possono essere spostati nel vicino ripostiglio, i tavolini possono essere riposti anch’essi nel ripostiglio o posizionati in un angolo, l’angolo del simbolico viene chiuso e diventa di piccolissime dimensioni. La facilità di spostamento consente così di garantire che durante la giornata possano essere accolte delle attività anche molto differenti tra loro, comunque garantendo il massimo livello d’igiene, con i turni di pulizia che si alternano tra le varie attività.
Lo spazio esterno, utilizzato spesso e in tutti i momenti dell’anno, permette ai bambini di sperimentarsi in autonomia nella natura alla scoperta degli stimoli che l’ambiente fornisce: le foglie e i fiori, gli alberi che cambiano nel corso delle stagioni, gli animali che abitano il giardino che si lasciano osservare a distanza, ma anche la possibilità di piantare, scavare e innaffiare. La scelta di non saturarlo con giochi e allestimenti esterni permette ai bambini di vivere l’ambiente con ancor più libertà.
Anche il bagno è pensato perché i bambini possano sperimentare momenti di autonomia: iniziare a utilizzare il water o lavarsi le manine da soli avendo tutto a disposizione è fondamentale per esercitare le proprie competenze. Il bagno è un luogo che i bambini più grandi condividono con i piccoli, che possono così osservare ed essere incuriositi da chi ha già imparato a utilizzare i servizi, fino ad arrivare a chiedere, quando sono pronti, di poterli sperimentare a loro volta.